Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 19 maggio 2018.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Neurotrasmissione chimica ma senza vescicole sinaptiche nel senso del gusto. Il gusto dolce dello zucchero, l’amaro del chinino o il sapore “umami” del glutammato monosodico sono trasdotti dalle cellule del gusto di tipo II che, a differenza di molte altre cellule recettrici, rilasciano il proprio neurotrasmettitore, l’ATP, attraverso i canali CALHM1 regolati dal voltaggio, invece di impiegare le vescicole sinaptiche. Roman Romanov e colleghi hanno individuato la fonte di ATP in insoliti e grandi mitocondri, posti contro blocchi di canali CALHM1 all’interno della membrana plasmatica  delle cellule del gusto tipo II. Questa particolare soluzione molecolare consente un modo di neurotrasmissione chimica alternativo alla comune segnalazione che adotta vescicole. [Cfr. Romanov R. A., et al. Sci Signal. 11 (529) eaao 1815, 2018].

 

Due nuovi parametri per valutare la gravità della sclerosi multipla. La frequenza dei disturbi del linguaggio nella sclerosi multipla ha suggerito la valutazione di due parametri collegati alla fisiologia fonoarticolatoria per desumere il grado di progressione del disturbo. È risultato che i tempi di espirazione massima e i tempi di fonazione massima nella sclerosi multipla sono correlati con le prestazioni valutate mediante la lunga e complessa scala EDSS (Expanded Disability Status Scale). Lo stretto rapporto, particolarmente dei tempi di espirazione, suggerisce il rilievo di questo parametro per giudicare la gravità della sclerosi multipla e monitorare la sua progressione. [Cfr. Nordio S., et al. Mult Scler Relat Disord. 23: 27-32, 2018].

 

Il primo studio che dimostra un rapporto tra picco degli estrogeni e meccanismi delle cefalee. I dati emersi da uno studio condotto da Sandweiss e colleghi indicano che un meccanismo mediato dal recettore degli estrogeni contribuisce ad eventi di SD (spreading depression, onda transcorticale connessa all’aura delle cefalee) e a comportamenti esprimenti dolore in femmine di ratto. È questo il primo studio che dimostra un rapporto diretto tra i picchi degli estrogeni e sviluppo di SD e dolore in roditori liberi di muoversi, e fornisce un modello per futuri studi clinici sulle cefalee. La nostra Società Scientifica aveva già segnalato cinque mesi fa questo studio, ma molti non ne erano a conoscenza e ci hanno chiesto di pubblicarne la sintesi concettuale e il riferimento bibliografico. [Sandweiss A. J., et al. Oncotarget 8 (69): 114109-114122, eCollection Dec 26, 2017].

 

L’interazione sociale promuove la salute psicofisica modificando numerosi parametri. Il rapporto diretto fra persone, e ancora di più l’interazione fra partner, accresce la produzione e il rilascio di ossitocina, riduce il cortisolo, le citochine infiammatorie e la pressione arteriosa, migliora numerosi parametri immunologici, come da tempo dimostrato dalla ricerca in psiconeuroimmunologia, connessi con stati e disturbi depressivi. L’interazione sociale favorisce i processi di guarigione e supporta i circoli virtuosi nel rapporto mente-corpo. Al contrario, la solitudine accresce l’attività e abbassa la soglia di risposta dei sistemi dello stress, generando o aumentando l’ansia, e agendo all’inverso sui parametri citati. Quest’anno, per promuovere la salute sociale, nel Regno Unito è stato istituito un “Ministero della Solitudine” volto a combattere il problema dell’essere o sentirsi soli di 9 milioni di cittadini britannici. Le relazioni dovrebbero essere una priorità della salute sociale in tutti i paesi, come sostenuto da Kasley Killam. [Cfr. Sci Am MIND 29, 39-41, 2018].

 

Il dolore cronico disturba la funzione sessuale meno di variabili psicologiche. Soffrire di dolore cronico comporta difficoltà e limitazioni nei rapporti sessuali, ma è interessante notare che uno studio su 279 volontari di 37 anni di età media sofferenti di dolore cronico, ha rilevato che, quando interferivano variabili psicologiche, quelle legate al dolore, quali la gravità e l’entità delle limitazioni, avevano un effetto quasi trascurabile. [Finn E., et al. Pain Med. 19 (5): 942-954, 2018].

 

Un pacemaker cerebrale per ricordare solo ciò che potremmo dimenticare? Un nuovo impianto cerebrale, annunciato da Dana G. Smith su Scientific American Mind (29, 35-38, 2018) come Brain Pacemaker in grado di promuovere memorie selettive, costituisce sicuramente un interessante progresso tecnologico. Tuttavia, la piccola protesi tecnologica non potrà mantenere le promesse di un reale impiego terapeutico, sia per i problemi connessi col suo impianto, sia soprattutto per le differenze esistenti fra i cervelli, che non garantiscono la sua efficacia.

 

Come l’olfatto influenza la sessualità negli esseri umani adulti. Il contributo della chemorecezione olfattiva alla vita sociale umana è significativo e interessa aspetti che vanno dalla genesi di empatia alla scelta del partner. Uno studio condotto da Johanna Bendas e colleghi dell’Università di Dresda su 70 adulti ha dimostrato che la sensibilità agli odori era positivamente correlata con l’esperienza sessuale: i volontari con una maggiore acuità olfattiva riferivano delle sensazioni di piacere più estese ed intense nelle attività sessuali. Le donne con maggiore sensibilità olfattoria avevano più orgasmi nei rapporti sessuali. Questo rapporto era presente esclusivamente per l’esperienza; nessuna correlazione, invece, è stata rilevata con il desiderio e con la prestazione. Sembra, invece, che l’informazione olfattiva integri e intensifichi l’esperienza di interazione fisica. La percezione di alcuni messaggi olfattivi provenienti da odori del corpo del partner possono contribuire al vissuto edonico attraverso l’attivazione di aree cerebrali del circuito a ricompensa. [Cfr. Bendas J., et al. Arch Sex Behav. AOP doi: 10.1007/s10508-018-1203-x, 2018].

 

Dal Discours sur l’anatomie du cerveau al saggio su meccanismi della contrazione muscolare, ricordata l’opera di Niccolò Stenone (1638-1686). Un incontro dei membri della Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, dedicato all’opera del poliedrico scienziato danese Niels Stensen (italianizzato in Niccolò Stenone), ha preso le mosse dal Discours sur l’anatomie du cerveau (1669), in cui il medico anatomista di Copenaghen raccolse tutte le nozioni emerse dalle sue dissezioni, in gran parte pubbliche, e le tesi esposte nella sua Conferenza sull’anatomia del cervello, che dimostravano l’infondatezza di una congettura cartesiana. Cartesio, infatti, quando alla dissezione del trigono delle abenule isolò il corpo pineale, notò che questa struttura era impari e mediana, a differenza di tutte le altre strutture cerebrali maggiori che erano pari e simmetriche. All’epoca non vi erano mezzi di studio istologico che avrebbero permesso di comprendere che, pur coperta e circondata da tessuto nervoso cerebrale, l’epifisi o pineale è una ghiandola. Cartesio, considerandola dunque una parte del cervello, e suggestionato dalla sua unicità e dalla posizione centrale, ipotizzò che fosse la sede dell’anima. In quanto tale, sarebbe stata, secondo il matematico e filosofo francese, anche la sede del governo dei movimenti del corpo, che avrebbero ricevuto impulso dalle escursioni della stessa pineale. Stenone fece crollare questa costruzione congetturale dimostrando che i mezzi di fissità dell’epifisi sono tali da non permetterle alcun movimento.

In quegli anni Stenone era a Parigi, ospite del mecenate Melchisedec Thévenot, al quale lasciò il manoscritto del Discours sur l’anatomie du cerveau, poi pubblicato solo dopo alcuni anni. Nel 1666 si trasferì a Firenze, presso il Granduca di Toscana Ferdinando II, che gli affidò l’istruzione scientifica del figlio Cosimo e lo pose a capo del “museo di cose naturali” raccolte nel palazzo. In quegli anni Stenone studiò embriologia e paleontologia, frequentò il cenacolo dell’Accademia del Cimento, strinse amicizia con scienziati quali Francesco Redi e Vincenzo Viviani, e conobbe Lorenzo Magalotti e Giovanni Alfonso Borelli.

Nel 1667 diede alle stampe Elementorum myologiae specimen seu musculi descriptio geometrica, una monografia in cui affrontò lo studio delle fibre muscolari e i meccanismi di contrazione. A quest’opera Stenone aggiunse un supplemento di straordinaria importanza, che sarà approfondito nel prossimo incontro, nel quale si proseguirà nella disamina dell’opera e si dibatterà sul ruolo che lo scienziato danese ha avuto nel sapere medico e nella cultura del suo tempo.

[Per uno sguardo sintetico alla biografia e all’opera di Niccolò Stenone, si veda: Maria Francesca Gallifante, Tra scienza e fede, sempre con “amore di conoscere”, pp. 2-4, in Niccolò Stenone un uomo di scienza alla ricerca di Dio. Edizioni Cooperativa Firenze 2000, Firenze 2008].

 

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BM&L-19 maggio 2018

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